
Alessandro Barbero, Carlo Magno. Un padre dell’Europa, Bari, Laterza, 2006
Ma se dalla discussione sulla società e sull’economia torniamo a riflettere sullo spazio politico in cui si muoveva Carlo Magno, e che anzi egli contribuì largamente a creare, è difficile non riconoscere che proprio con l’egemonia franca l’idea di Europa comincia ad assumere i connotati cui siamo abituati ancor oggi, nel bene e nel male.
[…] è indubbio che l’antico impero romano era una realtà mediterranea, che estendeva il suo dominio su tutte le sponde, europea, africana e asiatica del Mare nostrum; mentre l’impero di Carlo era una realtà continentale, che aveva il suo baricentro nella valle del Reno, e in cui già emergevano gli orizzonti nazionali e regionali destinati a dominare l’Europa del secondo millennio.
Certo, il delinearsi di questa nozione di Occidente risale già al tardo impero romano, e fu accelerato drammaticamente dalle invasioni barbariche. Ma proprio per questo assume particolare importanza il momento in cui le antiche province romane su cui si era abbattuta la catastrofe, e che per alcune centinaia d’anni avevano conosciuto, ciascuna, una propria storia più o meno autonoma, vennero unificate in una nuova entità politica, solo formalmente collegata all’antica. E quando si dice unificate, non s’intende soltanto che obbedirono, per poche decine d’anni del resto, a uno stesso imperatore; ma che le leggi, le istituzioni di governo, le regole economiche elaborate in una sola di quelle province, la Gallia dominata dai Franchi, vennero estese all’insieme dell’Europa. Fu un processo lento, certo; le cui premesse erano già ben visibili nell’egemonia esercitata dai Franchi sui regni vicini fin dall’età merovingia, ma che trovò la sua sanzione formale soltanto il giorno di Natale dell’anno 800.
L’incoronazione imperiale di Carlo Magno non determinò, ma sancì la nascita di uno spazio politico nuovo, che a distanza di oltre mille anni continua ad apparirci familiare: un’Europa di cui la Francia e la Germania sono i partner principali, e in cui l’Italia padana è più integrata del Mezzogiorno, la Catalogna più del resto della Spagna, mentre la Gran Bretagna continua ad esserle in qualche misura estranea.
Questa Europa nordica e continentale, latino-germanica per cultura, ma diffidente verso le regioni mediterranee e quasi del tutto dimentica di quelle greco-slave dell’Est, è un lascito di Carlo Magno; e non è affatto un caso che ancor oggi il cuore e il cervello dell’Unione battano a Bruxelles, a Strasburgo, a Maastricht, nel cuore dell’antico paese franco. E allora non ci stupiremo se proprio all’epoca di Carlo Magno il nome d’Europa comincia a comparire con frequenza inaspettata sotto la penna degli intellettuali d’Occidente: come quell’anonimo che negli anni in cui Carlo era bambino celebrava la vittoria di suo nonno a Poitiers scorgendovi un trionfo degli «Europenses», gli Europei, uniti sotto la guida del maggiordomo franco nella difesa dalla marea islamica; o come il prete Catwulfo, che dalle isole britanniche scriveva a Carlo nel 775 annunziandogli che Dio l’aveva innalzato al trono «per la maggior gloria del regno d’Europa»; per finire con la nostra vecchia conoscenza, il poeta di Paderborn, che nell’estate del 799 definiva Carlo «rex pater Europae», il re padre dell’Europa.
L’espansione dei Franchi [Fonte Wikipedia]
Materiali in rete
Eginardo, Vita di Carlo Magno, 22-24
https://dizionaripiu.zanichelli.it/storiadigitale/p/voce/1356/carlo-magno
https://www.pearson.it/libroliquido/demo/2016/Storia_SSPG_9788869103056/01_h_unit.html
Carlo Magno sovrano germanico, Pearson
https://www.scribd.com/document/240279735/L-incoronazione-di-Carlo-Magno-vista-da-fonti-diverse